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TELL ME A STORY  |  La vita delle cose  |

 

 

è un progetto che nasce al crocevia tra ricerca, progettazione e passione per la tradizione artigianale. All’origine dell’idea vi è la profonda convinzione che ogni luogo abbia una storia da raccontare: le cose che lo popolano e i materiali di cui queste sono fatte vedono sedimentarsi giorno dopo giorno tracce indelebili e impalpabili di storie personali, sociali, economiche profondamente legate al loro vissuto.

 

Come afferma il filosofo contemporaneo Remo Bodei, siamo infatti portati ad investire intellettualmente e affettivamente sugli oggetti che ci circondano, diamo loro senso e qualità sentimentali, li avvolgiamo in scrigni di desiderio, li inquadriamo in sistemi di relazioni, li inseriamo in storie che possiamo ricostruire e che riguardano noi e gli altri. “Le cose non sono soltanto cose, recano tracce umane, sono il nostro prolungamento.[...] Ciascuna ha una storia e un significato mescolati a quelli delle persone che li hanno utilizzati e amati”

 

[L. Flem, Comment j’ai vidé la maison des mes parents, 2004, 42]

 

Nel tempo tuttavia, cambiamenti più o meno significativi fanno sì che molte di queste cose vengano lasciate indietro, dimenticate, buttate o semplicemente dismesse facendo loro disperdere la memoria del loro trascorso e perdendo così traccia della loro storia.

 

 

 

 

|  WHAT  |

 

Gli  STORYTELLERS  sono oggetti per la casa che nascono dalla scoperta e dal riuso di materiali “abbandonati” o semplicemente non più in uso, recuperando una storia passata per raccontarla nuovamente attraverso il progetto. Ogni  STORYTELLER, nel suo uso quotidiano, non solo è testimone della sua storia passata che torna ad essere presente ma, nelle nostre case, arricchisce con la sua memoria un nuovo “paesaggio domestico”.

 

Prendendo in prestito le parole del filosofo Remo Bodei, gli  STORYTELLERS “rappresentano nodi di relazioni con la vita degli altri, anelli di continuità tra le generazioni, ponti che collegano storie individuali e collettive, raccordi tra civiltà umane e natura”.

 

[R. Bodei, La vita delle cose, 2009]

 

 

 

 

|  HOW  |

Ciascuno STORYTELLER nasce dal recupero non solo simbolico e metaforico delle idee, degli affetti e dei simboli che si sono sedimentati in luoghi e tempi diversi, ma in primo luogo dal recupero fisico di materiali da cantieri, magazzini e case vuote.

 

Ogni progetto nasce dalla scoperta di oggetti o materiali in una situazione ricca di trascorsi e densa di significati nascosti. Il loro recupero, insieme alla ricerca delle radici più profonde della loro storia, divengono sostanza sia fisica che concettuale da includere nel progetto.

 

La scelta dei materiali complementari è operata, infine, in modo da permettere di esplicitare ulteriormente il racconto delle tracce che il tempo ha reso illeggibili al di fuori dell’orizzonte mentale ed emotivo che le ha generate.

 

 

 

 

|  WHERE  |

 

Ogni  STORYTELLER  viene realizzato artigianalmente in Italia, con materiali scelti e da artigiani selezionati attraverso una filiera corta che privilegia la collaborazione con maestranze locali senza ricorrere a nessun tipo di sfruttamento, né delle materie prime, né per la loro lavorazione.

 

I materiali recuperati provengono da case in ristrutturazione, cantieri e progetti di riuso che modificano l’identità sedimentata dei luoghi, ma non solo. Alcuni oggetti utilizzano materiale proveniente da fondi di magazzino di prodotti oggi non più sul mercato ma che rappresentano parte significativa del trascorso e della storia dell’azienda produttrice.

 

 

 

 

|  WHO  |

TELL ME A STORY  |  La vita delle cose  nasce da un’idea di Alessandra Castelbarco Albani, architetto e socio fondatore dello studio di architettura   Piuerre e,  dal 2016 dello studio  

PLUS ULTRA da sempre orientato ai temi del riuso e del recupero grazie ad un metodo, basato sull’ascolto attivo dell’esistente.

 

La curiosità e la collaborazione nell’ambito universitario della ricerca all’Accademia di architettura di Mendrisio e la collaborazione a più livelli per la gestione delle proprietà di famiglia a Pesaro, stimolano da sempre il desiderio di scoprire la storia passata e il trascorso di luoghi a lei familiari recuperandone memoria e oggetti. Attraverso la ricerca storica sull’architetto Girolamo Genga (1478-1551), viene a contatto con documenti antichi e lettere che raccontano frammenti di una quotidianità lontana 500 anni, sconosciuta, all’ombra della storia ufficiale.

 

Dalla volontà di trovare un modo per comunicare e condividere queste scoperte e dall'idea di trasformarle in qualcosa di "tangibile" nasce  

TELL ME A STORY.

 

 

 

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